Affido familiare è offrire aiuto e sostegno temporaneo a un/una minorenne che proviene da una famiglia che non è in grado di occuparsi delle sue necessità. Attraverso l’affidamento il/la bambino/a incontra una famiglia che, accogliendolo/a presso di sé, si impegna ad assicurare un’adeguata risposta ai suoi bisogni educativi e affettivi.
La famiglia che accoglie, in collaborazione con i Servizi Sociali, accompagna il bambino e la bambina nel suo percorso di crescita personale, proponendosi come riferimento concreto e affettivo nella quotidianità.
L’accoglienza è temporanea: può durare da qualche mese sino a massimo di due anni. Le relazioni di scambio e reciprocità invece restano nel tempo, in maniera spontanea.
È un’accoglienza che educa alla gratuità e all’apertura disinteressata. Si tratta di un’esperienza preziosa per tutte le persone coinvolte nel progetto.
Nelle esperienze di volontariato possiamo aiutare un/una bambino/a o un/una ragazzo/a nello svolgimento dei compiti, accompagnarlo/a ad attività sportive o ricreative, affiancarlo/a nel tempo libero. L’intervento educativo è limitato a precisi momenti della settimana e riguarda soltanto alcuni ambiti della vita del bambino o della bambina.
Nei percorsi di affiancamento una famiglia sostiene un’altra famiglia in difficoltà, tutti i componenti di entrambi i nuclei vengono coinvolti nella relazione. Si sostengono così il/la bambino/a, i genitori e il loro legame. La famiglia volontaria offre un supporto pratico nella gestione di alcuni momenti della giornata.
L’affiancamento familiare è una forma di intervento preventivo. Il suo obiettivo è sostenere quelle famiglie che vivono una situazione di temporanea difficoltà nella gestione della propria vita quotidiana e nelle relazioni educative con i figli e le figlie.
L’ affido familiare è un intervento temporaneo di aiuto e sostegno a una persona minorenne che proviene da una famiglia che non è in grado di occuparsi delle sue necessità. La famiglia affidataria accoglie il/la bambino/a presso di sé per un periodo che varia da pochi mesi a massimo due anni, impegnandosi a fornire un’adeguata risposta ai suoi bisogni affettivi ed educativi.
Perché con l’affido si lavora in profondità sulle emozioni di tutta la famiglia.
Per sperimentare la condivisione: della propria casa, del proprio tempo, dei propri spazi.
Per scoprirsi, o riscoprirsi, adulti capaci di vedere oltre il proprio io.
Non esistono vincoli a priori, tutti e tutte possono accogliere: coppie con o senza figli/e, sposate o meno, e persone singole. Non vi sono limiti di età e nazionalità.
È previsto un percorso di formazione specifico per ogni progetto di accoglienza.
La famiglia che accoglie, in collaborazione con i Servizi Sociali, accompagna il bambino o la bambina nel suo percorso di crescita personale, proponendosi come riferimento concreto e affettivo nella quotidianità.
L’accoglienza è temporanea: può durare da qualche mese sino a massimo di due anni. Le relazioni di scambio e reciprocità invece restano nel tempo, in maniera spontanea.
Per informazioni relative ai progetti seguiti da Open Group, è possibile scrivere a info@affido.org oppure chiamare il 3201710230.
Stai valutando di prendere parte a un progetto di affido, diventando famiglia accogliente?
C’è qualcosa sui percorsi di affido che non ti è chiaro?
Vorresti accogliere un bambino o una bambina nella tua famiglia ma hai ancora dei dubbi?
Scrivici a info@affido.org, oppure contattaci al 3201710230 (telefono o Whatsapp).
La prima normativa specifica che disciplina l’adozione e l’affidamento delle persone di minore età è la Legge 184/83.
La Legge 149/2001, “Disciplina dell’adozione e dell’affidamento dei minori”, non modifica nella sostanza la legge 184/83, ma ne definisce e sottolinea alcuni principi in merito ai diritti dei/delle minorenni.
Nel 2013 il Ministero del lavoro e delle politiche sociali pubblica le Linee di indirizzo per l’affidamento famigliare.
La Legge 173/2015 sancisce il diritto alla continuità affettiva dei bambini e delle bambine in affido familiare.
A livello regionale, è del 2011 la “Direttiva in materia di affidamento familiare, accoglienza in comunità e sostegno alle responsabilità familiari” (DGR 1904 del 19 dicembre 2011).
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