Lo stupore, la semplicità | Il racconto di Luciano e Donatella

Siamo venuti a contatto con la realtà dell’affiancamento quasi dieci anni fa attraverso l’esperienza di amici, fratelli e sorelle. Quando ci è stato proposto di incontrare un bimbo dell’ex Cooperativa Rupe ne avevamo due nostri, una casa piccolina – un po’ meno di 60 metri quadri – e la sensazione di essere le persone sbagliate. Da quella volta di bimbi che hanno salito le scale di casa ce ne sono stati altri: la nostra terza figlia e tutti i bambini conosciuti grazie alla Rupe o ai servizi di quartiere a Bologna. Non ci sono parole per descrivere il bene che nasce da questi incontri, e nemmeno per descrivere quel po’ di ‘magone’ che resta quando il percorso finisce.

Ci siamo accorti che i nostri piccolo e quelli che abbiamo accompagnato e continuato ad accompagnare un po’ si assomigliano, nelle ‘sfuriate’, nelle ‘gnole’, nei capricci. A volte, alla domenica sera, avremmo riaccompagnato volentieri alla Rupe uno dei nostri figli, pur consapevoli del fatto che il grosso dell’accoglienza lo fanno loro e non noi adulti.

Nei percorsi ai quali abbiamo presto parte, e in quelli che portiamo avanti ancora oggi, la frequenza degli incontri con i bambini è di una volta alla settimana. Durante le vacanze di Natale, o in altre situazioni speciali, gli incontri diventano più frequenti.

I bimbi che accompagniamo sono molto legati ai genitori (o al genitore che hanno avuto il piacere di conoscere). In situazioni delicate come quelle che vivono le famiglie che accompagniamo, è fondamentale essere rispettosi, agire con delicatezza. Non dobbiamo dimenticare che mamme, papà e bambini si trovano a condividere il proprio spazio e il proprio tempo con una realtà che, sebbene disposta ad accoglierli, resta un qualcosa di estraneo.

Spesso nasce qualcosa di diverso che fa bene a entrambe le famiglie, e non soltanto a quella che viene affiancata. A noi è successo con una delle bimbe che abbiamo conosciuto grazie ai servizi di Bologna. A cinque anni dall’inizio dell’affiancamento, la nostra figlia più piccola va a casa dell’amica tanto quanto l’amica frequenta la nostra.

Vedere quattro letti nella stessa camera, con altrettanti bimbi stesi lì a dormire, è un’esperienza intensa – proprio come l’odore nella stanza! In queste situazioni proviamo po’ di disagio per la ristrettezza degli spazi, ma anche grande stupore per la gioia e la semplicità delle interazioni trai i piccoli. Chissà se questa semplicità potrà contagiare, un giorno, anche noi adulti, così complicati e contorti.

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